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Draghicarcassa

Nel cuore di Exodus, sottoterra, si cela una città popolata dai Draghi che un tempo erano stati considerati forse i più potenti e saggi fra i membri del Vrak. Vennero esiliati dalla mente collettiva per evitare che la Maledizione contagiasse anche i compagni ancora sani.
Ben presto la consapevolezza della loro impotenza li colpì: non erano più strumenti di perfezione e ordine, ma solo stanchi e dimenticati relitti di un sistema che avevano servito per tutta la vita.
Fu un duro colpo per loro, ma fortunatamente questo non portò alla nascita di risentimento verso il Vrak; non odiarono né bramarono una nuova vita nel Mog. Lasciarono semplicemente che il loro corpo decadesse, e mutarono in esseri privi di scopo, anche se ossessivamente legati ai ricordi della loro esistenza passata.
A causa della loro nuova e terribile condizione, oltre che dell’aspetto ora deforme del loro corpo, che nel tempo aveva inglobato frammenti di ossa, metallo e fiamme infernali, vennero chiamati Draghicarcassa.

Il loro rifugio risiede nelle profondità di Exodus, nella Cavità di Thalassa. Questa città sotterranea non è solo il loro santuario ma anche una prigione. Qui fiumi di metallo fuso scorrono nelle cavità del terreno scuro e torri d’oro svettano come mausolei della loro insaziabile brama di ricchezza.
Incapaci di spezzare le catene della loro miserabile esistenza, restano legati a quelle montagne d’oro brillante, intrappolati nel disprezzo di sé e nella certezza della propria inutilità. Soli, egoisti, afflitti. Carcasse di ciò che un tempo sono stati.

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